Investire diventa semplice,

il rendimento concreto

Fenix per gli investitori

Un modo semplice di investire nella realtà

Fenix nasce con un obiettivo preciso: offrire a chi nella vita non fa l’investitore di professione un modo chiaro e affidabile per far crescere il proprio capitale.

Un sistema che non richiede di interpretare grafici o seguire le oscillazioni dei mercati, ma che si fonda sull’economia reale e sul normale funzionamento delle imprese: produrre un bene, venderlo, realizzare i ricavi.

Come funziona, in tre passaggi

Il nostro meccanismo è il Revenue Sharing: un modello semplice, che si sviluppa in tre passaggi.

1

Gli investitori forniscono, in tutto o in parte, il capitale necessario alla produzione di un determinato tipo di beni. I beni verranno venduti tramite canali di vendita consolidati nella prassi operativa dell'impresa.

2

L’impresa utilizza quel capitale per produrre i beni.

3

Quando i beni vengono venduti, una quota dei ricavi viene riconosciuta agli investitori. La quota corrisponde al capitale investito maggiorato del rendimento stabilito per il ciclo produttivo.

È un processo lineare, trasparente e radicato nella realtà quotidiana delle aziende.

Prima di investire, verifichiamo ciò che conta

Le imprese formulano la propria offerta seguendo linee guida da noi definite, pensate per garantire trasparenza, rendimenti adeguati e una durata breve dell’investimento.

Prima dell’apertura della raccolta verifichiamo che i canali di vendita e di distribuzione siano già stati utilizzati con successo dall’impresa per generare ricavi pari o superiori a quelli previsti per il nuovo ciclo finanziato. In questo modo ogni investimento parte da basi concrete e già dimostrate nella pratica.

Niente variabili nascoste, niente mercati da interpretare

Ne deriva un sistema chiuso: tutti gli elementi rilevanti — costi, tempi, quantità da produrre, capacità di vendita — vengono determinati prima dell’investimento. Non ci sono variabili esterne da interpretare, né volatilità da monitorare.

L’investitore non deve prevedere trend o seguire movimenti di mercato: ciò che conta davvero si riduce a due fattori essenziali, il rendimento per ciclo e il tempo in cui si lascia lavorare il capitale.

Due risultati fondamentali, un solo modello

Crescita e Protezione

Nelle sezioni che seguono vedremo come il nostro modello permetta all’investitore di ottenere due risultati fondamentali allo stesso tempo: far crescere il capitale in modo rapido e continuo, e proteggere l’investimento in ogni fase del percorso.

Le due leve

Lo facciamo sfruttando le due leve che determinano davvero la solidità di un investimento: l’effetto dell’interesse composto e una diversificazione che tutela senza penalizzare il rendimento. Insieme, questi elementi danno forma a un approccio semplice, coerente e affidabile nel tempo.

Un sistema disegnato per far crescere il capitale in modo continuo, stabile e protetto.


L’interesse composto

“L’interesse composto è l’ottava meraviglia del mondo. Chi lo comprende ci guadagna, tutti gli altri lo pagano.”

- Albert Einstein

Cos'è l'interesse composto?

L’interesse composto è il meccanismo attraverso il quale un capitale aumenta nel tempo perché ogni rendimento prodotto viene sommato al capitale iniziale e reinvestito. Cioè se abbiamo un capitale iniziale di X che genera un rendimento del 3%, reinvestendo sia il capitale iniziale che il rendimento avremo che il capitale iniziale del secondo investimento sarà X + il 3% di X.

Ora consideriamo che facciamo un secondo investimento che genera un rendimento del 4%, al termine del secondo investimento noi avremo una somma pari a X + il 3% di X (rendimento del primo investimento) + il 4% di (X+ 3% di X), cioè il rendimento del secondo investimento. Dunque, l’interesse composto ci permette di ottenere un maggiore rendimento dal capitale proprio perché il rendimento si è sommato al capitale e lo abbiamo reinvestito. Quante più volte investiamo il capitale e quanto più rapidamente otteniamo il rendimento tanto maggiore sarà l’effetto dell’interesse composto. In altre parole, quanto più sfruttiamo l’interesse composto tanto più rapidamente il nostro capitale crescerà.

La formula matematica che lo descrive è:

A = P × (1 + r)(n × t)

dove:

Questa formula è il modo più chiaro per comprendere quanto varrà il proprio capitale dopo un certo numero di anni, se ogni rendimento viene reinvestito.

Il nostro modello è strutturalmente volto alla massimizzazione dell’interesse composito, permettendo anche a chi investe oggi di avere capitali su cui fare affidamento domani.

In tal senso, nella formulazione della propria proposta ogni impresa deve rispettare linee guida tecniche che prevedono:

Questi parametri servono non solo ad assicurare un ottimo rendimento del singolo investimento, ma a costruire un sistema in cui si riduce quanto più possibile il tempo che va da un investimento all’altro per massimizzare l’effetto dell’interesse composto.

Facciamo un esempio reale, basato volutamente sul rendimento minimo (4%) e sulla durata media di un ciclo (4,5 mesi), partendo da un capitale iniziale di 10000€.

Capitale
iniziale
Orizzonte
temporale
Rendimento
per ciclo
Capitale
finale
Incremento
percentuale
10.000 €5 anni4% ogni 4,5 mesi17.200 €+72%
10.000 €10 anni4% ogni 4,5 mesi28.400 €+184%

Naturalmente, se la durata del singolo investimento fosse più breve o il rendimento superiore — come spesso accade — la crescita risulterebbe ancora più significativa.

La diversificazione

Sin dai primi concetti di finanza che incontriamo, la diversificazione viene presentata come il modo più efficace per proteggere il capitale. L’idea è immediata: ripartire il capitale su più attività dovrebbe favorire maggiore stabilità nel tempo. In teoria, è corretto. La diversificazione nasce proprio per mitigare l’esposizione a singole attività e rendere il portafoglio più stabile.

La logica è chiara. Un rendimento ottenuto su un’attività dovrebbe compensare una perdita realizzata su un’altra. È questo meccanismo di equilibrio interno che, nei mercati finanziari tradizionali, permette di contenere l’impatto delle oscillazioni di un singolo titolo.

Tuttavia, questa stessa logica ha un effetto inevitabile sul rendimento complessivo: nel momento in cui una parte del portafoglio è in perdita, il rendimento delle altre attività viene utilizzato non per crescere, ma per compensare. Così, nel tempo, la crescita del capitale si appiattisce.

Warren Buffett, il più importante investitore dell’epoca moderna, lo ha sintetizzato con precisione nell’assemblea degli azionisti di Berkshire Hathaway del 1996:

“There aren’t that many great companies.”

La frase è semplice ma incisiva: se si cerca di diversificare troppo, si finisce inevitabilmente per includere attività meno solide che rallentano la performance dell’intero portafoglio.

Inoltre, nelle fasi di mercato più complesse, l’interconnessione tra i diversi settori fa sì che molti asset si muovano nella stessa direzione e la diversificazione tradizionale riduce la sua capacità protettiva. La correlazione aumenta, i movimenti si allineano, e ciò che sulla carta dovrebbe proteggere diventa meno efficace proprio quando servirebbe di più.

Se si cerca di diversificare troppo, si finisce inevitabilmente per includere attività meno solide che rallentano la performance dell’intero portafoglio.

Come funziona la diversificazione in Fenix

Il nostro modello ribalta completamente questa dinamica. Non è esposto alle interconnessioni dei mercati finanziari, né alle loro oscillazioni, né agli effetti di speculazioni, bolle o comportamenti collettivi difficili da prevedere. Il motivo è semplice: si investe solo nell’economia reale, in un processo produttivo concreto, definito prima dell’investimento e non condizionato dall’ambiente esterno.

È un sistema chiuso, progettato per eliminare tutte le variabili tipiche della finanza tradizionale. L’unico elemento rilevante diventa la vendita dei beni prodotti in quel determinato processo produttivo, perché tutto il resto è già determinato prima dell’investimento. Noi riportiamo questo elemento a livelli estremamente bassi grazie a quattro fattori strutturali:

È un sistema chiuso, progettato per eliminare tutte le variabili tipiche della finanza tradizionale. L’unico elemento rilevante diventa la vendita dei beni prodotti in quel determinato processo produttivo, perché tutto il resto è già determinato prima dell’investimento. Riportiamo questo fattore a livelli estremamente bassi grazie a quattro fattori strutturali:

Selezioniamo solo imprese solide, affidabili e con uno storico verificabile.

Ammettiamo esclusivamente realtà operative, con anni di attività alle spalle e una capacità industriale già provata. Non finanziamo startup, né processi sperimentali. Ogni impresa deve superare un sistema di rating proprietario che garantisce l’accesso solo a imprese realmente affidabili.

Verifichiamo i canali di vendita prima dell’investimento.

Ogni ciclo è funzionale alla produzione di beni che verranno venduti tramite canali già utilizzati con successo dall’impresa per vendere lo stesso tipo di bene in quantità almeno pari a quelle del nuovo ciclo. Se il ciclo prevede 1.000 unità, l’impresa deve aver già venduto — attraverso gli stessi canali — almeno 1.000 unità. Nulla viene lasciato al caso.

L’investitore ottiene capitale e rendimento anche nei rari casi in cui i ricavi effettivi siano inferiori fino al 5% rispetto ai ricavi attesi

Anche nell’eventualità remota in cui i ricavi realizzati risultino fino al 5% inferiori rispetto a quelli attesi per il ciclo produttivo, questa differenza viene integralmente assorbita dall’impresa. Gli investitori ricevono comunque sia il capitale investito sia il rendimento stabilito per il ciclo.

Ad esempio: se per un ciclo produttivo i ricavi attesi sono pari a €1 milione e i ricavi effettivi risultano equivalenti ad € 950 mila, l’investitore ottiene comunque il capitale investito e il rendimento stabilito per il ciclo.

Tuteliamo il capitale anche oltre il 5% di ricavi mancanti

Anche nell’ipotesi, più che remota, in cui i ricavi effettivi risultino fino al 10% inferiori rispetto ai ricavi attesi per il ciclo produttivo, l’investitore non subisce alcuna perdita. In questo scenario il capitale investito viene comunque restituito integralmente, senza alcun impatto derivante dalla minore realizzazione dei ricavi.

Ad esempio: se per un ciclo produttivo i ricavi attesi corrispondono a €1 milione ed i ricavi effettivi risultano pari a €950 mila, gli investitori hanno comunque diritto a una quota dei ricavi sufficiente a restituire loro l’intero capitale investito. Non si verifica quindi alcuna perdita.

Con questa struttura, la diversificazione in Fenix funziona in modo molto diverso da quella tradizionale: non sacrifica il rendimento per ottenere stabilità, ma integra entrambe.

La protezione non deriva dal compensare perdite con guadagni, bensì dall’eliminare alla radice quasi tutte le fonti che generano quelle perdite.

Alcuni aspettano che il futuro arrivi.
Altri lo costruiscono.

Iscriviti alla lista d’attesa per partecipare al primo ciclo Fenix.