I vantaggi economici e finanziari di Fenix
Nel modello di revenue sharing Fenix gli investitori versano una somma di denaro per acquisire il diritto a una quota dei ricavi generati dalla vendita dei beni prodotti dall’impresa all’interno di canali commerciali predeterminati e già consolidati. L’impresa mantiene il controllo esclusivo della gestione e utilizza i fondi ricevuti per finanziare il ciclo produttivo. Gli investitori non partecipano alle decisioni aziendali e la loro remunerazione è subordinata alla realizzazione dei ricavi dell’affare. L’apporto ricevuto non costituisce debito: è il corrispettivo della cessione di un diritto patrimoniale futuro legato alla performance del ciclo commerciale.
Capitale circolante
Nel funzionamento ordinario delle imprese, una parte significativa della liquidità viene assorbita dal capitale circolante. Per capitale circolante si intende l’insieme delle risorse finanziarie necessarie per sostenere il ciclo operativo: acquisto delle materie prime, costi di produzione, pagamento dei fornitori, costruzione delle scorte. È un capitale che entra ed esce continuamente dall’azienda, ma che deve essere anticipato prima che si manifestino i ricavi. Per molte PMI questo rappresenta il principale fattore di tensione finanziaria, perché la produzione richiede liquidità immediata mentre gli incassi arrivano settimane o mesi dopo.
Capitale Circolante =
Attività correnti – Passività correnti
Il modello Fenix interviene esattamente su questo punto. Gli investitori forniscono la liquidità necessaria per finanziare il ciclo produttivo e l’impresa può scegliere liberamente quanto raccogliere: solo le materie prime, tutti i costi variabili o anche i costi fissi legati al processo produttivo. In questo modo l’impresa non utilizza la propria cassa per avviare la produzione. Il capitale circolante non viene più finanziato con risorse interne o con linee di credito bancarie, ma con fondi esterni dedicati. La cassa rimane integra, non viene assorbita dal ciclo operativo e può essere destinata a investimenti, riserve o essere distribuita ai soci senza essere erosa dalla produzione.
Un ulteriore elemento distintivo riguarda la gestione del rischio. Nel modello tradizionale l’impresa sostiene per intero l’esito economico del ciclo produttivo: se i beni non si vendono, la perdita è completamente a suo carico. Con Fenix, invece, il rischio viene condiviso con gli investitori. La loro remunerazione è proporzionale ai ricavi dell’affare e non grava sull’impresa un obbligo incondizionato di restituzione del capitale. Se una parte del ciclo genera meno ricavi del previsto, l’impatto economico non grava esclusivamente sull’impresa, ma viene ripartito tra le parti. Questo meccanismo stabilizza i flussi finanziari, riduce la volatilità del risultato e protegge la continuità aziendale.
La combinazione di capitale circolante esternalizzato e condivisione del rischio costituisce il cuore del modello Fenix: l’impresa produce senza consumare cassa propria e senza assumere obbligazioni finanziarie rigide, ottenendo una struttura più stabile, flessibile e capace di sostenere la crescita.
Free Cash Flow to Equity
In molte imprese accade una dinamica ben conosciuta: l’esercizio si chiude con un utile positivo, ma la liquidità effettivamente disponibile in cassa è molto più bassa. Ciò avviene perché l’impresa ha anticipato i costi della produzione, ha finanziato scorte e lavorazioni e ha atteso a lungo prima di incassare dai clienti. Il risultato è un paradosso frequente nelle PMI: l’azienda “guadagna”, ma non ha abbastanza liquidità da distribuire ai soci. E per farlo deve indebitarsi, nonostante abbia prodotto un utile.
È proprio per distinguere ciò che è economico da ciò che è finanziario che si utilizza il Free Cash Flow to Equity. Il FCFE misura la liquidità che, alla fine dell’esercizio, rimane davvero disponibile per i soci. È l’indicatore più importante per la proprietà, perché rappresenta i soldi effettivamente distribuibili.
FCFE = Utile netto + Ammortamenti – Investimenti – Variazione del capitale circolante + Nuovo debito finanziario – Rimborso del debito finanziario
Questa è la forma utilizzata nella valutazione finanziaria perché mostra con chiarezza da dove può arrivare la cassa distribuibile e cosa invece la riduce.
Il modello Fenix migliora il Free Cash Flow to Equity perché elimina l’assorbimento di cassa generato dal capitale circolante. Grazie ai fondi forniti dagli investitori, l’impresa non deve più anticipare le risorse necessarie per sostenere il ciclo produttivo e la liquidità rimane interamente disponibile per tutta la durata dell’esercizio. Questo libera immediatamente cassa che, in un modello tradizionale, sarebbe stata immobilizzata in materiali, lavorazioni e tempi d’incasso.
All’interno della formula standard del FCFE, ciò si traduce in un effetto molto preciso: l’impresa non deve contrarre nuovo debito finanziario per distribuire utili e non ha alcun debito finanziario da rimborsare. Le due voci finali della formula – nuovo debito e rimborso del debito – si azzerano completamente, perché Fenix non genera obbligazioni finanziarie incondizionate. L’unica componente che cambia realmente è la variazione del capitale circolante, che si riduce drasticamente in quanto i costi del ciclo sono sostenuti con fondi esterni.
In conclusione, con Fenix l’imprenditore non deve più scegliere tra far crescere l’impresa e distribuire dividendi: la produzione non consuma risorse, il margine rientra in cassa senza ritardi e la disponibilità finanziaria a fine anno è più alta. Ciò che prima rimaneva immobilizzato nel capitale circolante torna immediatamente disponibile e può essere destinato, senza indebitarsi, alla remunerazione della proprietà.
Sconto per pagamento immediato
Nel funzionamento ordinario delle imprese, quando un fornitore concede una dilazione di pagamento sta finanziando direttamente il ciclo operativo del cliente. Consegnando materiali o servizi e accettando il pagamento a 30, 60 o 90 giorni, il fornitore immobilizza capitale, assume un rischio di credito e sostiene un costo di attesa. Questo costo non viene esposto come voce separata, ma è incorporato nel prezzo dei materiali: una parte del prezzo che l’impresa paga è, di fatto, il rendimento implicito del finanziamento ricevuto dal fornitore.
Per questo, quando il cliente paga subito, il fornitore può ridurre il prezzo: non finanzia più il ciclo del cliente, non immobilizza capitale e non sopporta il rischio dell’incasso futuro. Lo sconto è quindi la naturale eliminazione di un costo già incluso nel prezzo standard.
Con Fenix questo meccanismo diventa sistematico. L’impresa riceve dagli investitori i fondi necessari per finanziare il ciclo produttivo, con piena libertà di scelta: può coprire solo le materie prime, tutti i costi variabili, oppure anche i costi fissi direttamente collegati all’affare. In ogni caso, la disponibilità immediata di liquidità consente di pagare i fornitori al momento dell’ordine e ottenere uno sconto certo sul prezzo.
Gli intervalli prudenziali di sconto per pagamento immediato sono:
- 30 giorni: 0,5% – 1,0%
- 60 giorni: 1,0% – 1,5%
- 90 giorni: 1,5% – 2,0%
Lo sconto così ottenuto riduce direttamente il costo dei materiali e delle lavorazioni, migliora il margine industriale e rappresenta il primo effetto economico misurabile del modello Fenix all’interno del ciclo produttivo.
EBITDA
L’EBITDA è uno degli indicatori più utilizzati per valutare la solidità economica di un’impresa. Misura la performance operativa prima di interessi, imposte, ammortamenti e svalutazioni, isolando la capacità dell’azienda di generare margini attraverso la propria attività industriale o commerciale. In altre parole, indica quanto valore produce l’impresa con il suo modello operativo, prima che intervengano fattori finanziari, fiscali o contabili.
È un indicatore osservato da molteplici soggetti. Le banche lo utilizzano per valutare la capacità dell’impresa di sostenere il debito e stimare l’affidabilità creditizia. I potenziali investitori e partner industriali lo considerano un parametro chiave per capire la redditività strutturale e confrontare imprese operanti nello stesso settore. Gli stessi imprenditori lo osservano per comprendere l’efficienza della gestione, monitorare l’evoluzione dei costi e valutare l’impatto delle decisioni operative sul margine complessivo.
L’EBITDA assume un ruolo ancora più rilevante nelle PMI, dove una parte significativa delle risorse è assorbita dal capitale circolante. In questi contesti un miglioramento del margine operativo ha effetti immediati non solo sui risultati economici, ma anche sulla cassa generata dall’attività ordinaria e sulla capacità dell’impresa di autofinanziarsi.
Il modello Fenix incide direttamente sull’EBITDA attraverso un meccanismo semplice e perfettamente misurabile: la riduzione del costo del venduto ottenuta grazie allo sconto derivante dal pagamento immediato ai fornitori. Poiché lo sconto agisce su un costo operativo, ogni euro risparmiato viene trasferito integralmente al margine operativo senza passaggi intermedi. Non modifica l’ammontare dei ricavi e non dipende da elementi contabili: è un beneficio economico puro, che si riflette immediatamente nell’EBITDA.
Se un’impresa sostiene costi variabili pari a 5 milioni di euro e ottiene uno sconto prudenziale compreso tra lo 0,5% e il 2%, il risparmio varia tra 25.000 e 100.000 euro. Questo importo aumenta direttamente l’EBITDA, migliorando la marginalità operativa e rafforzando la posizione competitiva dell’impresa. L’effetto è particolarmente significativo perché non richiede investimenti aggiuntivi, non comporta rischi operativi e si genera già nel primo ciclo produttivo finanziato tramite Fenix.
ROS
Il ROS misura la redditività operativa delle vendite, ossia quanto margine l’impresa riesce a generare per ogni euro di ricavo. È un indicatore espresso in percentuale e si calcola in questo modo:
ROS = EBIT / Ricavi
Il numeratore, l’EBIT, rappresenta il risultato operativo dell’impresa prima degli oneri finanziari e delle imposte. Nasce dalla differenza tra ricavi e tutti i costi operativi necessari alla produzione: materie prime, lavorazioni, personale, logistica, costi amministrativi e commerciali. È quindi un indicatore che riflette in modo diretto la capacità dell’impresa di trasformare la propria attività industriale o commerciale in margine operativo.
Il ROS è osservato da banche, analisti e investitori perché indica con immediatezza l’efficienza economica della gestione. Valori più elevati segnalano un migliore controllo dei costi e una maggior capacità dell’impresa di generare reddito dalla propria attività ordinaria. Per le PMI, dove l’aumento dei ricavi non è sempre immediatamente realizzabile, il miglioramento del ROS rappresenta una leva fondamentale per accrescere la competitività.
Il modello Fenix incide sul ROS attraverso un meccanismo lineare: la riduzione dei costi operativi dovuta allo sconto ottenuto pagando immediatamente i fornitori. Poiché lo sconto diminuisce i costi delle materie prime e delle lavorazioni, l’EBIT aumenta mantenendo invariati i ricavi. Di conseguenza cresce anche il ROS, dato che il numeratore della frazione aumenta mentre il denominatore rimane costante.
Consideriamo un esempio semplice: un’impresa con 8 milioni di euro di ricavi e un EBIT pari a 800.000 euro ha un ROS del 10%. Applicando uno sconto prudenziale compreso tra l’1,5% e il 2% su 5 milioni di euro di costi variabili, l’impresa ottiene un risparmio tra 75.000 e 100.000 euro. Questo incremento si trasferisce direttamente nell’EBIT, che sale tra 875.000 e 900.000 euro. A parità di ricavi, il ROS cresce tra il 10,94% e l’11,25%.
L’effetto è immediato, misurabile e ripetibile nel tempo. Fenix trasforma un costo implicito già presente nei prezzi di acquisto in un margine operativo aggiuntivo, migliorando la redditività dell’impresa senza modificare volumi di vendita, prezzi o struttura del business.
Posizione Finanziaria Netta (PFN)
Formula PFN:
Debiti finanziari a breve + Debiti finanziari a medio-lungo termine – Disponibilità liquide
Con Fenix, l’impresa riceve dagli investitori tutti i fondi necessari per sostenere il capitale circolante del ciclo produttivo. Ciò significa che non deve utilizzare la propria liquidità per acquistare materiali o coprire i costi del ciclo. La cassa rimane completamente disponibile, mentre le disponibilità liquide aumentano grazie all’apporto ricevuto.
Allo stesso tempo, la PFN non aumenta perché i fondi ricevuti non sono un debito finanziario. Non esiste un capitale da rimborsare in modo incondizionato, non esistono scadenze né rate, e non viene generata alcuna obbligazione che debba essere iscritta tra i debiti finanziari. L’apporto degli investitori rappresenta il corrispettivo della cessione di un diritto patrimoniale futuro, non un finanziamento bancario.
L’unica uscita finanziaria si manifesta esclusivamente quando l’impresa incassa il credito commerciale relativo alla vendita dei beni prodotti. In quel momento, una parte del ricavo viene attribuita agli investitori ed è composta da due elementi: il rendimento fissato dall’impresa e il capitale ricevuto all’inizio del ciclo. Questa uscita non avviene mai prima dell’incasso del credito e dipende sempre dalla realizzazione del ricavo stesso.
Il risultato è che la dinamica finanziaria del ciclo produttivo si allinea perfettamente al momento di incasso: l’impresa non anticipa liquidità, non sostiene uscite durante la produzione e non assume debiti. La PFN migliora perché le disponibilità liquide aumentano mentre i debiti finanziari rimangono invariati, consentendo all’impresa di operare con maggiore stabilità, flessibilità e capacità di destinare risorse alla crescita.
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